La nostra biblioteca si presenta Giugno 2017

Ikebana Ohara, Shufunotomo, Tokyo, 1971

L’omaggio di Houn Ohara* a Jenny Banti
Ikebana Ohara, un’opera che può passare inosservata a molti appassionati di ikebana per la genericità del titolo e per il formato, rivela appieno la grandezza di Jenny Banti, come probabilmente nessun’altra pubblicazione.


Il volume in sedicesimo, rilegato ad album, presenta ventun schede per altrettante composizioni, di cui tre di Houn Ohara, con le quali il grande artista rende omaggio alla sua allieva, come dichiara lui stesso nell’introduzione. Sempre nella prefazione lo Iemoto afferma che la capacità di Jenny di interpretare lo spirito dell’ikebana merita grande ammirazione e parla di “[…] Capolavori che hanno stupefatto anche i maestri giapponesi più esperti”.  


Composizione di Houn Ohara intitolata JUSHOKU (colore delle felicitazioni) e accompagnata dalle seguenti parole del grande Iemoto: “Sin dai tempi molto antichi l’accostamento del kaki con il crisantemo e con la felce è considerato di buon auspicio, perciò questa composizione simboleggia le mie felicitazioni per la pubblicazione del libro di Jenny Banti Pereira”



Vaso blu-turchese della dinastia Ch’ing, 33 cm
Diospyros kaki Thunb. Var. domestica, Dicranopteris glauca Robins, Chrysanthemum sp.



Recensione


Composizione di Jenny Banti
Bronzo della dinastia Han, I sec. d.C., cm 23 (Collezione Houn Ohara)
Farfugium japonicoum L. Kitam, Sasa sinensis 

Il cultore di ikebana trova in questo testo una fonte di apprendimento straordinaria: Houn Ohara e Jenny Banti commentano i loro lavori di altissimo livello guidando il lettore in un approfondimento artistico e storico culturale. 
I due maestri ci parlano così dell’importanza dell’atmosfera delle stagioni nella cultura giapponese, che si esprime anche nell’ikebana con la rappresentazione di tutti i passaggi graduali della natura nel corso dell’anno, dei significati simbolici dei vegetali, della pittura classica giapponese, delle composizioni create per decorare il tokonoma, del rapporto tra i vegetali impiegati e tra questi ed i vasi. 



Composizione di Jenny Banti
Vaso Celadon cm 32 (Collezione Houn Ohara)
Rhododendron obtusum, Sasa veitchii, Pinus sp., Smilax chinensis, Aster









Composizione di Jenny Banti in vaso di bambù di Kobori Enshu (1570-1647) (collezione di Shigemori Mirei) Peonia chinensis, pinus sp.

Espressione della grande stima, di cui godeva Jenny Banti in Giappone, è anche la realizzazione delle sue composizioni in contenitori di eccezionale pregio artistico e di valore inestimabile appartenenti alla prestigiosa collezione dell’Ohara Art Gallery di Kobe ed alle raccolte private di Houn Ohara, dell’artista d’ikebana Kudo Kazuhiko e del grande paesaggista e storico del giardino Shigemori Mirei. Sono nati così capolavori in opere d’arte che spaziano dalle dinastie cinesi Han, Ch’ing e M’ing ai manufatti precolombiani, dalla Grecia del VI° secolo a.C. ai vetri francesi di Gallé e Daum degli inizi del XX secolo. Di alto livello anche i contenitori contemporanei: il vaso Venini di Fulvio Bianconi e le ceramiche scultura degli artisti giapponesi Uno Sango e Heian Koji. 


Shigemori Mirei, egli stesso cultore di ikebana, firmatario del manifesto rivoluzionario di Teshigahara Sofu, ha aperto a Jenny le porte della sua abitazione di Kyoto, nella quale sono molto verosimilmente ambientate tutte le composizioni nei vasi della sua raccolta. Sono nati così capolavori come l’ikebana nel vaso Kotamba del periodo Kamakura (1135-1336) che presenta una corrispondenza perfetta tra composizione, vaso e ambientazione: “I colori del legno, il ritmo verticale dello shoji sono serviti a valorizzare la materia del vaso e della foglia tormentata dalla grandine” e ancora “le capsule dei semi [di loto] delimitano i piani e le foglie rosse del suzuki, ripetendo il colore del melograno e segnano la direttrice che l’occhio segue dalle linee verticali dello shoji fino a confondersi nello spazio vuoto di un giardino di pietre". 

Composizione di Jenny Banti in vaso Kotamba
del periodo di Kamakura (1135-1336) cm 26,
ambientata nella casa di Shigemori Mirei e realizzata
in un vaso della sua collezione.
Nelumbo nucifera, Miscantus sinensis, Punica
granatum


Maria Teresa Guglielmetti

*I nomi giapponesi sono indicati con il cognome che precede il nome, ho fatto eccezione per lo Iemoto presentandolo come è noto ai praticanti d’ikebana.