I nostri soci raccontano: viola come...

Qualcuno dirà: che cosa c’entra il viola in un blog del Garden Club Milano? C’entra. Per iniziare è il mio colore preferito: quando indosso qualcosa di viola mi sento bene, vitale. 
Per quanto riguarda la mia passione per l’Ikebana e per le conseguenti incursioni nella cultura giapponese, il viola e l'armonia nei dettagli cromatici ritornano come filo conduttore  in vari modi. Tra l'altro questa ricerca mi ha riportato alla mente  conversazioni avute con  persone, per me molto importanti, da cui ho appreso tanto e che ritroveremo in seguito.

MURASAKI:  colore nel nome

Ho preso spunto dal nome di una delle scrittrici più famose della letteratura nipponica, Murasaki Shikibu. Era una dama di corte del periodo Heian (794-1185): nella sua opera "La storia di Genji" (Genji Monogatari) descrive la vita della nobiltà dell’epoca con particolare riferimento alle piccole cose di tutti i giorni e ai sentimenti, universalmente riconosciuti. 


Il libro è stato tradotto recentemente dal giapponese all'italiano da Maria Teresa Orsi. Questo particolare è molto importante: ci permette di avere una dimensione più completa, spesso infatti dobbiamo basare il nostro sapere su traduzioni da altre lingue (inglese e francese) con la perdita di freschezza nei dialoghi e i possibili fraintendimenti dovuti a una doppia versione. Questa lacuna la ritroviamo sovente anche per le spiegazioni delle composizioni di ikebana, ci dobbiamo basare su foto o traduzioni dall'inglese. Bisogna sottolineare che ai tempi di Murasaki la scrittura ufficiale dell'aristocrazia di corte era il Cinese, appannaggio maschile, e che esprimersi nella propria lingua era privilegio delle Dame, figlie o madri di potenti, a cui si richiedeva di saper comporre poesie, musiche e di conoscere nei minimi dettagli le regole di comportamento dell'etichetta di corte.  Murasaki non è il vero nome della scrittrice, ma un soprannome: a quei tempi le Dame erano indicate con nomi derivati o dalla Provincia di provenienza o dall'incarico del padre o da un particolare che le distingueva. Era così chiamata perchè amava indossare abiti viola, ed era nota come esperta nella sovrapposizione delle vesti colorate in modo elegante, raffinato e differente secondo stagione.
Murasaki  è una parola che in giapponese indica un caratteristico colore tra il porpora ed il viola. Come lei, con un pizzico di presunzione, mi piacerebbe stuzzicare in chi legge un po’ di curiosità per un mondo diverso e, secondo me, estremamente accattivante.

Fortuna vuole che anche nel mio nome di fiore, assegnatomi dalla scuola Ohara, ci sia il suffisso -on che nella lettura colta dei kanji ha lo stesso significato di Murasaki, quindi il mio nome Shi-on mi hanno detto che si può tradurre con qualcosa che assomiglia ad "eleganza porpora" che, tra i fiori, dovrebbe essere un piccolo aster di montagna.
Con mia grande gioia.

Anna Massari