La nostra biblioteca si presenta: ottobre 2018


Sezione Ikebana a cura di Maria Teresa Guglielmetti


L’immagine della copertina, parte di un rotolo dipinto del tardo XVII secolo, rappresenta dei samurai di alto lignaggio a lezione di Rikka. Il lettore incontra subito una caratteristica saliente di questa snella pubblicazione: la bellezza delle numerosissime illustrazioni delle composizioni floreali e dei documenti antichi, sempre godibili e intelligibili, anche nei dettagli. Questo permette, anche a chi non padroneggia la lingua inglese, uno studio dell’evoluzione dell’ikebana nei secoli, attraverso un esame attento delle immagini. 

Sosei Kadensho (Libro delle composizioni floreali di Sosei), 1529 e Mon’ami Kadensho (Libro delle composizioni floreali di Mon’ami), 1553

Ad un’ottima introduzione, che delinea brevemente la storia dell’ikebana, seguono vari capitoli di approfondimento, espressi in un linguaggio che, pur mediato dalla traduzione in inglese, si caratterizza per chiarezza e semplicità. Al termine una tavola cronologica comparata dell’evoluzione dell’ikebana, degli avvenimenti salienti della storia giapponese e di quella mondiale. Kudo non trascura nemmeno gli aspetti pratici delle composizioni: i sostegni, il trattamento dei vegetali e la loro piegatura, i vari contenitori.



Siamo di fronte ad un testo straordinario, redatto con grande capacità di sintesi, che coniuga l’aspetto divulgativo con un livello di approfondimento così alto da offrire spunti di riflessione anche agli specialisti. Ne sono un esempio il discorso sull’origine e l’evoluzione del Nageire, del suo legame con il Chabana, con il Seika e con il Bunjin-bana e quello sul rapporto di misura nel Tatebana tra il ramo principale Shin e le dimensioni del vaso, una proporzione corrispondente alla sezione aurea dell’estetica classica occidentale.
Molto significative le parole dedicate a Teshigahara Sofu, teorico e artista di profonda cultura, la cui opera di innovazione, legata strettamente al Bunjin-ike di Nishikawa Issotei, è troppo spesso considerata superficialmente in base all’evoluzione attuale della scuola Sogetsu, da lui fondata. 

Teshigahara Sofu Free Style

Kudo Masanobu, noto critico e storico dell’ikebana, fratello del grande artista Kazuhiko, riserva in quest’opera uno spazio particolare all’ikebana definito “moderno”, il cui inizio è collocato dagli storici giapponesi alla fine degli anni sessanta al termine dell’ondata di sperimentazione delle avanguardie, cominciata dopo la seconda guerra mondiale.

Houn Ohara Free Style: orchidea, corniolo, coleus

Teshigahara Kasumi Free Style: spighe di riso, hydrangea, crisantemi, anemone giapponese, pomodori, sorbo.

L’ikebana moderno nel 1986, anno di pubblicazione dell’opera di Kudo, è ancora un percorso in svolgimento; l’autore non giunge ad una conclusione, ci fornisce degli spunti di riflessione: il ritorno dell’ikebana alla natura, non più come consapevolezza delle stagioni e della crescita delle piante nel loro ambiente, ma in una nuova dimensione ecologica di coesistenza tra l’uomo e la natura, l’atto creativo come aspetto fondamentale della composizione. 
Kudo termina la sua opera con l’asserzione che l’ikebana moderno potrà superare quello tradizionale solo mantenendo un solido legame con la natura ed impegnandosi in uno sforzo costruttivo per dare all’esistenza dell’uomo basi solide, una chiusa che è una riaffermazione dei valori intrinseci all’ikebana classico.


Per i nomi giapponesi il cognome precede il nome

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