Motivi pre-ispanici a forma di girasole: fusaioli- Timbro da Azcapotzalco e scultura azteca in pietra. |
Il girasole accompagna la storia dell’uomo da quasi cinquemila anni. È una delle prime piante che indussero gli antichi cacciatori-raccoglitori a fermarsi e coltivarla.
Originario del Messico e del Perù, presente dal 2600 a. C. fra le piante coltivate in Messico, ben noto agli Aztechi e ancora oggi utilizzato dalle culture tradizionali centroamericane, il girasole è stato oggetto di molti studi archeologici, etnografici e linguistici che ne hanno dimostrato l’importanza economica e simbolica.
Era infatti chiamato dagli Aztechi “fiore scudo”, e associato al culto del loro patrono, il dio della guerra, una divinità solare.
Le offerte di girasoli al dio erano ritualizzate: i fiori erano posti in contenitori decorati con nappe. Spesso si offrivano insieme un fiore completamente sviluppato e un bocciolo in apertura. I nobili e i governanti a corte portavano gioielli a forma di girasole.
Offerte di girasoli e altri fiori e pipe di tabacco al dio Huitzilopochtli;Codice Fiorentino, 1569. |
PER UNA VOLTA, IL GIGANTISMO SI OTTIENE IN EUROPA
Basilius Besler, Flos Solis maius, da Hortus Eystettensis, 1613. Uno dei fiori del giardino del Principe Arcivescovo di Eichstatt. |
Gli Spagnoli portarono in Europa il girasole nel XVI sec. e ne migliorarono le qualità con incroci selettivi, creando ibridi con capolini più grandi.
Però, sono stati i Russi a rendere il girasole il fiore che è oggi. Nel ‘700 Pietro il Grande in visita nell’Europa occidentale rimase così affascinato dal girasole che se ne fece dare i semi e li portò ai suoi contadini.
In Russia il fiore non ebbe un grande successo, fino a quando si scoprì che l’olio alimentare ricavato dai suoi semi non si trovava sulla lista nera dei grassi proibiti dalla Chiesa ortodossa durante la quaresima. Questo fatto fece la differenza e i Russi, per poter condire i cibi anche in tempo di penitenza, iniziarono a piantare estensivamente i girasoli.
Oggi, la varietà più popolare, “Gigante russo mammut”, può avere fiori del diametro di 60 cm, con semi enormi.
SIMBOLO DI DEVOZIONE E LEALTA’
George Wither, A Collection of Emblemes Ancient and Moderne, London 1635. |
Dopo l’introduzione in Europa, al girasole fu prestata una faccia umana e specialmente nella letteratura devozionale esso fu paragonato all’anima umana, che si volge continuamente verso Dio, irraggiata dal suo amore.
Il sovrano, sorta di Dio in terra, si appropria presto di questo paragone. Del resto, Luigi XIV di Francia non era forse il Re Sole?
Il girasole è raffigurato in questo emblema, circondato da un cerchio con le parole: AD REGIS NUTUS (al cenno del re), a significare obbedienza.
Van Dyck, il famoso pittore fiammingo, ritrae se stesso di fronte a un girasole. Secondo alcuni critici, questo quadro comprende sia il mondo naturale che gli aspetti spirituali: la tensione verso il sublime e la devozione per il sovrano. Negli stessi anni, Van Dyck ritrae con un girasole anche Sir Digby, un diplomatico alla corte di Carlo I d’Inghilterra, filosofo naturale e corsaro agli ordini del Re. Tiene una mano sul cuore, ad esprimere leale fedeltà.
Van Dyck (1599-1641), Autoritratto con girasole, 1632-33 - Van Dyck, Portrait of Sir Kenelm Digby, anni 1630,coll. privata National Maritime Museum, Greenwich (UK) |
RISATINA FINALE
Il girasole fu anche uno dei fiori simbolo dell’Estetismo, movimento cui appartenne in campo letterario Oscar Wilde. Egli stesso definì il girasole “sgargiante, leonino”. In occasione del ciclo di conferenze che tenne negli Stati Uniti nel 1882, Wilde fu oggetto di molte vignette satiriche, come queste:
Il moderno Messia, in The Wasp, 31 marzo 1882. Il simbolo del dollaro sul girasole suggerisce che le motivazioni di Wilde fossero economiche. |
L’apostolo Oscar, in Punch, Londra 11 gennaio1882 - Robert Duval, “Colpiscimi con un girasole”, figurina, 1882 |
Nicoletta Fumagalli
Bibliografia:
PNAS – Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America: Sunflower (Helianthus annuus L.) as a pre-Columbian domesticate in Mexico, April 29, 2008. www.pnas.org/content/105/17/6232.full
John Peacock, The Look of Van Dyck: The Self-Portrait with a Sunflower and the Vision of the Painter Aldershot, UK: Ashgate, 2006. Review by Lisa Rosenthal in www.caareviews.org/reviews/1098#.W3Vy2pMzZE4
Österreichische Nationalbibliothek, Wien, Ein Garten Eden, Taschen 2016