I SOCI RACCONTANO: "Giappone a Parigi: bianco/rosso e blu"


Per commemorare i 160 anni di relazioni diplomatiche tra Francia e Giappone, a Parigi sono in corso alcune mostre molto interessanti per chi ama il paese del Sol Levante.
Parigi - si sa - è la capitale della Grandeur francese e anche le mostre hanno quest’impronta di maestosità, la pubblicità non manca e la qualità degli oggetti presentati è ottima. Per chi, come me, subisce il fascino dell’arte giapponese un viaggio in questi giorni a Parigi diventa d’obbligo, infatti vi si trovano riunite molte occasioni per ammirare le eccellenze degli artigiani/artisti giapponesi.
Dopo vari tentennamenti, andiamo…, no…, forse…. riesco a trovare compagnia e con due compagne d’avventura finalmente si parte, scegliamo sabato 24 novembre per avere l’opportunità di visitare due volte uno dei musei che ha in programma una rotazione dei manufatti per il 26. Nonostante i quattro giorni di pioggia siamo in movimento già dal mattino, mappa in tasca e fermate del metrò segnate per far rendere al meglio le ore di luce a disposizione. Siamo partite con un po’ di trepidazione in quanto il telegiornale racconta di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, ma sembra tutto nella norma, tanta gente per strada e sui metrò, l’unica cosa che sentiamo è l’annuncio che la fermata di Champs Elysées è chiusa per motivi di ordine pubblico. Per fortuna noi siamo in un’altra zona. L’hotel prenotato è in una posizione molto comoda.
Si inizia Domenica 25 dal museo Cernuschi alle spalle del parco Monceau, seducente anche sotto la pioggia d’autunno, con una bella mostra dal titolo accattivante:

Trésors de Kyoto: trois siècles de création Rinpa

L’esposizione presenta una selezione di dipinti della scuola Rinpa con un percorso cronologico che illustra, per la prima volta in Europa, opere dal valore inestimabile. Paraventi su fondo oro, pitture su rotoli, ceramiche e lacche fanno scoprire una capacità pittorica di notevole levatura.
Artisti che conosciamo in quanto le loro opere hanno uno stretto legame con le composizioni Rinpa della scuola d’ikebana Ohara, sia nella scelta dei vegetali che nella distribuzione degli spazi tra pieno/ vuoto ed il fondo oro. E’ emozionante vedere con i propri occhi i dipinti che hai studiato nei particolari sui libri, riconoscere l’affinità spirituale che accomuna artisti del calibro di Korin, Sotatsu, Kenzan e tutti gli altri. La loro sensibilità estetica si trasmette anche a noi rendendo questi lavori estremamente moderni. Purtroppo non possiamo fare foto e ci dobbiamo accontentare di osservare con attenzione e di acquistare il catalogo. La mostra si snoda tra le belle sale del palazzo e le opere si susseguono ora imponenti e colorate ora impalpabili e quasi trasparenti, come il magnifico paravento doppio di Sotatsu con il dio del tuono e del vento che accoglie i visitatori con il suo scintillio dorato o l’evanescente rotolo appeso con la luna d’autunno dietro la cortina di Watanabe Shikō.
Ritroviamo anche le erbe d’autunno che ondeggiano al vento o assetate d’estate che si tendono verso il corso d’acqua di Sakai Hōitsu. E’ impossibile nominare tutte le opere.


E che dire della coppa per il thè decorata con ciuffi di pino di Ogata Kenzan, perfetta nella sua semplicità o del completo tavolo/scrittoio con le gru di Kamisaka Sekka?


Ogni oggetto, ogni dipinto fa trattenere il fiato tanta è l’emozione, così come succede davanti all’ultima figura in mostra: la strega del teatro Nō di Kamisaka Sekka: splendida nella sua bruttezza con un’acconciatura dipinta a tratti veloci, precisi, probabilmente con il gofun (la pittura bianca che resta in rilevo, tratta dalla conchiglia delle ostriche) che la rende luminosa ed affascinante.


Purtroppo la visita è terminata e usciamo dal museo, sapendo però che torneremo martedì 27. Lunedì 26 andiamo al museo Guimet, ma per caso finiamo per visitare prima una piccola delizia: L’Hôtel d'Heidelbach in avenue d’Iéna 19 dove è esposta una collezione di oggetti per la sposa. La Société des Amis du Musée Guimet ha allestito in questo hotel, che un ricco americano si era fatto costruire appositamente, una raccolta di preziose lacche.

“Trousseau de mariée en laque japonais”



Era usanza per la giovane moglie portare in dote somme di metalli preziosi, pezzi di seta, kimono e oggetti laccati. Nel periodo Edo questa dote comprendeva mobili e oggetti per incenso, per servizi da toilette, per la calligrafia, la scrittura o la lettura di romanzi. Oggetti adatti per donne “di qualità” come giochi da tavolo tra cui il backgammon (sugoku), gli scacchi, i giochi con le carte.
Tutti gli oggetti del corredo erano decorati con motivi su temi selezionati per l'occasione, tratti spesso dal famoso romanzo di Murasaki Shikibu, il Genji Monogatari; scritto all'inizio del XI secolo.
Gli schemi sono ripetuti su tutti i pezzi e per realizzarli occorrevano alcuni anni. La lacca in Giappone è stata un materiale che ha consentito di ottenere oggetti resistenti e leggeri, impermeabili e isolanti. Era il materiale preferito in un paese dove la nobiltà era spesso in movimento; le prime tracce di lacca furono rinvenute addirittura in siti del periodo Jomon, oltre il 5000 ac.
La lacca è una gomma - che si estrae incidendo il tronco dell'albero "Rus vernicifera" - la cui proprietà è quella di indurire in un'atmosfera calda e umida impermeabilizzando gli oggetti su cui è applicata.
Lo stato impeccabile di conservazione qui è dato dal fatto che questi oggetti non venivano usati quotidianamente ma solo in occasioni speciali. La trousse esposta è stata acquistata dal Musée Guimet da una galleria londinese, è decorata con un fulmine (inazuma) su fondo nero in lacca avventurina (nashiji) e lacca d'oro maki-e a forma di fogliame.


Nelle belle sale al primo piano troviamo ceramiche per la cerimonia del tè e mobili imperiali cinesi riccamente decorati, un bel contrasto tra opulenza ed essenzialità.
Passiamo poi al Museo Guimet per la prossima mostra in programma:

Meiji, Splendeurs du Japon impérial (1868-1912) 



L’Imperatore Mutsuhito, vestito all’occidentale, ci accoglie nella prima sala dell’esposizione. Devo dire, con tutta sincerità, che la visita per me inizia con un po’ di titubanza, non è questo il Giappone che mi attira… Qui sono evidenziati diversi aspetti della modernizzazione, attuata nei pochi anni dell’era Meiji, prima della guerra, e l’aspetto militaristico emerge forte dalle foto, ritoccate ad acquarello, e dai pannelli esplicativi. Proseguendo però ritrovo gli oggetti che amo della produzione artistica. Le diverse tecniche in mostra rappresentano la capacità degli artisti giapponesi di restare fedeli a sé stessi nonostante l'internazionalizzazione delle loro opere.
Troviamo esempi di oreficeria, di cloisonné, fotografie, tessuti, dipinti, bronzi, ceramiche. Opere che invadono, agli inizi del XX° secolo, le collezioni europee dando origine al fenomeno chiamato "Japonisme". I legami tra artisti in Giappone e in Europa vengono sottolineati mettendo insieme opere contemporanee in ricche collezioni pubbliche e private europee, quali ad esempio Musée Guimet, Victoria and Albert Museum, British Museum, che accolgono grandi nomi nell’arte come Kawanabe Kyosai o Shibata Zeshin. La modernizzazione del Paese, avvenuta in
tempi rapidi, ha svuotato le casse dello Stato che, per risollevarsi, decide di sostenere gli artigiani, istituendo scuole di specializzazione per incentivare le vendite verso Occidente, producendo in quantità oggetti mirabili. E’ il caso di questa bella porcellana di Miyagawa Kozan con decorazione sottosmalto a garzette in blu e nero datata intorno al 1900-1910 proveniente dal Victoria and Albert Museum di Londra. O dei grandi vasi dipinti in giallo e blu, che in una teca segnano il percorso così come il vaso verde con le foglie di bambù o con il grande crisantemo. Anche scatole, dipinti, kimono e accessori vari rendono la mostra interessante come lo stesso museo. Infatti, dopo una breve pausa ristoratrice, andiamo al secondo piano per vedere anche gli oggetti della sala dedicata al Giappone esposti permanentemente.


Anche questa giornata è scivolata via, nei ritagli di tempo girovaghiamo per le strade di Parigi alla ricerca del cadeau perfetto da riportare a casa. Possibilmente in stile giapponese.
Martedì 27 torniamo al Cernuschi per vedere gli oggetti nuovi che ci aspettiamo, invece veniamo a sapere che hanno cambiato solo i 2 paraventi all’inizio della mostra; dopo qualche indecisione entriamo e al posto del paravento con il dio del tuono e del vento troviamo quello con l’Edera in oro/verde con il suo fulgore.

Tawaraya Sotatsu, particolare del paravento "L'Edera".
La seconda visita ci porta di nuovo ad ammirare opere considerate tesori nazionali. Abbiamo, però, ricevuto informazioni che, oltre alle più importanti mostre al museo Cernuschi e al Guimet, inaugura anche al Musée du quai Branly - J. Chirac, a pochi passi dalla Tour Eiffel, una mostra notevole. E’ “Fendre l’air” Art du Bambou au Japon in Quai Branly. Un’esposizione interessantissima per noi ikebanisti che raccoglie più di 200 esempi di cesti in bambù finemente intrecciati. E’ per noi l’ultimo giorno di permanenza in città quindi, di buon passo, raggiungiamo il museo che è situato in un giardino d’erbe molto accogliente. E’ una felice sorpresa, capita di rado di trovare riuniti in un unico posto così tanti cesti tutti adattissimi per composizioni per la cerimonia del tè e non solo. Da oggetto d’uso il cesto in bambù diventa oggetto d'arte e questa mostra, per la prima volta, rende omaggio alla maestria degli artigiani che sapientemente riescono a trasformare semplici panieri  in raffinate sculture.
La mostra ripercorre questa evoluzione, dai modelli di ispirazione cinese (Karamono) alle opere attuali, e restituisce al visitatore tutta la forza poetica del bambù, pianta simbolica positiva. Molto comune in Giappone il bambù viene mangiato, usato per fabbricare armi, cesti e rifugi. Un’arte sottile di leggerezza poco conosciuta.




Per il momento il soggiorno a Parigi è terminato e ritorniamo a casa, ma invito chiunque passi da lì a visitare queste mostre degne di nota.

Anna Massari

Meiji, Splendeurs du Japon impérial (1868-1912)
17 octobre 2018 -14 janvier 2019
Musée Guimet 6, place d’Iéna, 75116 Paris, France

Trésors de Kyoto: trois siècles de création Rinpa
26 octobre 2018 - 27 janvier 2019
Musée Cernuschi 7 Avenue Velasquez, 75008 Paris, France

Trousseau de mariée en laque japonais
Société des Amis du Musée Guimet
Hôtel d’Heidelbach 19, avenue d’Iéna, 75116 Paris, France

Fendre L’air. Art du Bambou au Japon
27 nov 2018 – 7 apr 2019
Musée du quai Branly, Jacques Chirac 37, quai Branly Paris, France