Paesaggi interpretati, tra realismo e immaginazione
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Che ci sia luna |
Ogni composizione, di grandi dimensioni, si è ispirata liberamente ad uno dei vari ambienti naturali che si incontrano nel percorso dalla montagna fino al mare, passando per il bosco di mezza montagna, il villaggio in collina, lo stagno e la pianura secondo una disposizione che rimanda alla pittura di paesaggio a inchiostro cinese, un importante riferimento culturale dell’Ikebana Ohara.
Si è creato così un paesaggio su larga scala che ha una lunga tradizione nella nostra scuola: troviamo il suo nucleo originario già in un lavoro del fondatore Unshin (1861-1916). Il secondo Iemoto Koun (1880-1938) lo sviluppò e lo chiamò Renzoku-ike, composizione in continuità: si realizzano diversi paesaggi completi in sé, ma tutti legati da un medesimo tema che si sviluppa di composizione in composizione. Ogni Paesaggio di questa mostra ha offerto pertanto una doppia chiave di lettura: individuale e di relazione con l’insieme.
Autunno in montagna. La sponda del torrente dopo la tempesta.
IL BOSCO
Bianche betulle al limitare del bosco
LA COLLINA
La presenza dell’uomo
Ricci di castagno nel bosco e fiori gai nei piccoli giardini del villaggio
LO STAGNO
Mizu-mono: la poesia dell’acqua
LA PIANURA
Un giardino ben curato di gusto giapponese
Con ogni lieve brezza, danzano le fronde della Nandina.
IL MARE
L’antico richiamo del mare
Da sinistra: Marco Di Marco e Silvana Mattei, autori del libro “Ikebana svelato” insieme al Console Generale del Giappone a Milano, dott. Kobayashi Toshiaki; la decana dei nostri insegnanti di Ikebana, Maria Masera e la moglie del Console.
Roberta Santagostino